Brallo di Pregola

Brallo di Pregola, un angolo di paradiso nell’Appennino, dove la natura incontaminata e i panorami mozzafiato ti lasceranno senza fiato. Scopri i suoi borghi caratteristici, i sentieri di montagna e lasciati conquistare dalla tranquillità e dalla genuinità di questo territorio.
Abitanti
475
Altitudine
952 m
Info & Turismo

Anticamente, questa zona era abitata da quelle fiere tribù liguri che gli scrittori romani definivano indomabili e che fornirono aiuti e guide ad Annibale durante la Seconda guerra punica. C’è ancora un sentiero nei monti chiamato “La strada di Annibale”. In una cartina militare dell’esercito Romano, relativa alla IX Regio ed al tracciato della via Aemilia Scauri, è segnalato l’abitato di Precele, l’attuale Pregola, che, da sempre, domina la Valle Staffora dall’alto dei “sassi neri”, dai quali prende il nome: Prea Groa significa, infatti ‘pietra corba’, ossia ‘pietra nera’. Pregola era già nota nel X secolo quando faceva parte del Monastero di San Colombano di Bobbio. Fu Federico Barbarossa a cedere Pregola alla famiglia dei Malaspina che ne rimasero in possesso sino al 1789, anno in cui fu incorporato dal Marchesato di Santa Margherita. L’abitato antico, con castello e chiesa, sorgeva su uno sperone roccioso sovrastante l’attuale. La chiesa attuale è sorta nel 1600, sulle rovine di un oratorio dedicato a San Rocco.

Cosa vedere a Brallo di Pregola

Ubicato nella frazione di Someglio, esteriormente l’edificio non ha mutato aspetto dai suoi primordi, la facciata rimane in pietra a vista, al pari del campanile romanico che affascina per la sua maestà: è alto circa 14 metri, con una pianta quadrata con lato di circa 3,40 metri. La pavimentazione è in sassi locali e la pietra è il principale materiale che forma l’altare maggiore. A navata unica, sulle pareti vi sono due dipinti ad olio che rappresentano San Fermo e i Santi Gervasio e Protasio con Sant’Ambrogio. Il complesso, di origine medievale, è la più antica pieve della zona: questa, com’era tipico, sorse lungo una via importante, e qui transitava il commercio del sale e delle spezie, proveniente da Genova e diretto a Milano. Il fonte battesimale, ritrovato dopo scavi, è composto da sasso locale corroso.

Gli edifici rispecchiano fedelmente il carattere e l’umore di un paesaggio contrassegnato dall’impronta culturale di tipo rurale, impressa da quelli che un tempo erano i più attivi lavoratori in loco, cioè i contadini e i carbonai. In frazione Ponti sono conservate gelosamente molte testimonianze e per questo è stato istituito il Museo dei Ricordi, un’esposizione a cielo aperto in cui rientrano un mulino ad acqua dei primi del Novecento, una carbonaia, una ghiacciaia e uno spazio in argilla battuta chiamato dagli abitanti del posto U balu. Uno dei tesori più preziosi custoditi all’interno di questo museo è la testimonianza del mestiere dei carbonai. Vi è poi il lavatoio, simbolo di comunità e condivisone; la ghiacciaia è un vero esempio di ingegno e pragmatismo delle generazioni passate per conservare i cibi e le bevande. U balu è lo spazio dove la comunità si riuniva per momenti di svago e di festa.

Rimasto senza abitati per la minaccia di una frana, oggi è uno dei più importanti tra i borghi abbandonati della Lombardia.

Centro per Attività Sportive

Brallo di Pergola è un centro importante per le attività sportive, in particolar modo per chi pratica lo sci, grazie agli impianti di Cima Colletta che annoverano peraltro uno ski-lift al servizio di due piste lunghe ca. 700 metri e una manovia per i più piccoli. Gli impianti di risalita si trovano a Passo Penice e Pian del Poggio; ai Piano di Prodongo si compiono frequentemente escursioni in motoslitta: al fiume Trebbia si svolgono attività di nuoto, canoa e pesca sportiva.

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